E’ appena finita un’estate che ci ha riempite di gioia per tutte le cose belle che sono accadute nel corso di questi mesi e che ci hanno fatto sentire ancora una volta l’affetto degli amici dell’Associazione. Le sorelle dello Zimbabwe in questi mesi hanno ricevuto tante visite.
La famiglia Guiati che ha generosamente offerto i fondi per la ristrutturazione della sala operatoria dell’ospedale St.Albert ha trascorso alcuni giorni presso la missione. Michele e sua mamma Francesca sono stati molto contenti del lavoro realizzato, sono stati commossi dell’accoglienza ricevuta. Michele ha scritto :“Un aspetto molto positivo è rappresentato dall’accoglienza e dallo spirito di collaborazione mostrato da tutti gli operatori, che rende l’ospedale un elemento capace di trasmettere positività alle persone che vi si avvicinano perché bisognose di cure e di risposte per i loro problemi sociali o di salute.” In merito alla loro visita aggiunge anche : “Un altro aspetto molto bello ed interessante è il rapporto con il territorio: la visita alle famiglie nei villaggi consente da una parte di mantenere il rapporto con le persone che sono nel bisogno e dall’altra di conoscere tante altre situazioni che diversamente non potrebbero essere prese a carico.”





Un gruppo di ragazzi del Centro Missio Modena e due gruppi di studenti di medicina dell’Università di Modena hanno deciso di vivere una parte della loro estate presso la missione St. Albert per confrontarsi con una realtà sanitaria e sociale particolarmente problematica “fragile, povera e abbandonata a se stessa”, come gli stessi ragazzi hanno scritto, molto lontana da quella nella quale vivono .
Per i ragazzi è stata un’esperienza molto formativa e toccante, hanno riferito che in ospedale hanno affiancato medici e infermieri che hanno dato loro la possibilità di “mettersi in gioco” di sviluppare capacità pratiche in situazioni che nella loro realtà non sono abituati a fronteggiare. I ragazzi hanno scritto: “È stato un caldo abbraccio al cuore scoprire che ai bambini basti della musica per ballare ore, delle bolle di sapone per saltare e una palla poco gonfia per scambiare palleggi riempiendo le giornate. Il loro affetto sincero e spassionato, i gesti genuini e quotidiani delle persone e la gentilezza delle Sisters ci lasciano un grande insegnamento circa le relazioni sociali quotidiane che forse dovremmo mettere in pratica anche nel nostro così caro Occidente spesso dominato da competizione, individualismo e social network”.
https://www.asi-international.org/wp-content/uploads/2025/09/esperienza-ST-albert-2025.pdf
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Nel mese di agosto anche il prof. Guaraldi ( professore di malattie infettive presso l’Università di Modena) ha visitato l’ospedale, la sua testimonianza è stata davvero lusinghiera. Il Professore. ci ha riferito che dopo tanti anni e tanti ospedali visitati in Africa, quello di St. Albert lo ha colpito per “peculiarità assolutamente originali e per un modello socio-assistenziale unico, reso possibile soprattutto grazie a due persone straordinarie come Julia e Melania”.

Lo scorso settembre un team di medici guidato dalla Dott.ssa Piccoli è ritornato al St Albert hospital dopo 2 anni dalla prima visita, con l'obbiettivo di verificare l’avanzamento dei lavori relativi alla realizzazione del nuovo blocco operatorio.
Con grande meraviglia e soddisfazione hanno riscontrato come i lavori siano quasi terminati: delle 2 sale operatorie a norma realizzate la prima, è già completa di apparecchiature medicali idonee, mentre per la seconda si è in attesa dei fondi necessari a realizzarne l'allestimento. Il blocco si compone inoltre di una recovery room e di un'area di sterilizzazione già pronte per entrare in funzione. Per il completamento della seconda sala operatoria è già stata aperta una raccolta fondi con la quale si spera di riuscire ad acquistare i macchinari necessari entro la stagione autunnale 2026. La speranza per il futuro è quella di fornire un'assistenza di livello sempre più elevato e di aggiungere ai servizi già presenti anche quello di diagnostica endoscopica. Come sempre anche per la realizzazione di questo progetto la Provvidenza ci è venuta in aiuto.

