BUON NATALE
Quando l'anno volge al termine, ci fermiamo a riflettere sul cammino percorso e a guardare con speranza alla strada che ci attende. Le luci di Natale, che brillano nelle nostre case e comunità, ci ricordano che anche nei momenti più bui c'è un barlume di luce, un segno di speranza, di rinnovamento e di grazia.
Ormai stiamo concludendo il tempo dell’Avvento per celebrare il Santo Natale. Qui vorrei ricordare alcune righe del prof. Alessandro D’ Avenia tratte da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 2 dicembre 2024.” Insomma l’Avvento sta al Natale come l’ avventura alla nascita, perché vivere è provare a nascere del tutto, incarnare un destino. Se a Natale riceviamo regali è per ricordarci che la Vita (divina) vuole la nostra venuta. Noi infatti siamo chiamati a due nascite : la prima senza far nulla, la seconda (che dura tutta la vita) diventando noi stessi, cioè incarnando in ogni fibra ciò che in quella vita non morirà, essere e fare quello che solo noi potevamo essere e fare, E allora tutto diventa avventura.: fare una lezione (che cosa scopro oggi da Omero e dai miei studenti?), scrivere ( che bellezza trovo in questa vita?), amare e lasciarsi amare (saprò dire ti amo e lasciarmelo dire?), fare la spesa (sarò “cavaliere” con chi sta alla cassa o in fila?), cucinare (sarò capace di creare un piatto in sintonia con la stagione e con l’ospite?), sbagliare (saprò chiedere scusa a me stesso e agli altri?)… insomma le prove che ci portano a trovare il “sacro ordinario”, l’entusiasmo quotidiano”.
Un ringraziamento dal profondo del cuore giunga a ciascuno di voi amici, benefattori, cittadini Italiani che hanno destinato l’8x1000 alla chiesa Cattolica, ai volontari dell’ ASI, per il sostegno che non fate mancare mai alle nostre attività e per la vicinanza e l’affetto che manifestate per la nostra associazione, i nostri cari amici sacerdoti che ci sostengono spiritualmente. Possa ciascuno di voi trovare “il sacro ordinario e l’ entusiasmo quotidiano” nella propria vita individuale, familiare e comunitaria.
Il vostro contributo consente alle missionarie dell’ ASI di operare in India e in Zimbabwe per alleviare le sofferenze fisiche, psichiche e morali che affliggono le popolazioni di quei paesi. E’ grazie anche a voi che la nostra fede, speranza e carità si concretizza nella comprensione, condivisione e servizio ai più poveri e bisognosi e con la realizzazione di opere durature che contribuiscano ad alleviare le condizioni di vita disagiate di quelle popolazioni.
In questi giorni in cui la nascita di Gesù, Figlio incarnato dal Padre e Dio con noi, ci riempie il cuore di stupore e gioia, vi ricordiamo uno per uno con tanto affetto e gratitudine.
Durante quest’ anno abbiamo vissuto esperienze straordinarie e sono stati realizzati tantissimi importanti progetti.
Sono stati eseguiti i lavori di ristrutturazione della sede di ASI in Roma .
Abbiamo festeggiato il 70esimo anno della fondazione dell’Associazione con una celebrazione Eucaristica di ringraziamento presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Angelo De Donatis nella parrocchia di Santa Prisca. Alla nostra festa hanno partecipato molti volontari, benefattori ed amici che con la loro presenza hanno dimostrato ancora una volta tutto l’affetto che nutrono per noi. Con l’occasione ci siamo anche incontrati per un momento di riflessione e valutazioni sulla missione dell’ Associazione.
Il Natale di quest’ anno sarà tutto speciale per l’0spedale St.Albert in Zimbabwe, sarà una vera festa delle luci. Grazie all’ aiuto finanziario della CEI derivante del contributo dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica del popolo Italiano è stato realizzato un progetto fotovoltaico che fornisce energia elettrica per l’ospedale 24 ore su 24. Perché è importante questa installazione del fotovoltaico per l’ospedale? La rete nazionale che provvede al fabbisogno elettrico dell’ospedale è inaffidabile, anche un piccolo guasto viene riparato dopo lunghe attese di giorni o addirittura di settimane.
Questo compromette l’attività dell’ospedale e nello stesso tempo si deve continuare a pagare a caro prezzo il costo del servizio energetico senza poterne usufruire. Con questo progetto sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale vengono migliorati ed assicurati per tutto il giorno i servizi igienici, diagnostici e terapeutici dell’ ospedale.
La ristrutturazione del blocco operatorio è stata da pochi giorni completata. Grazie alla donazione di una famiglia di amici ora l’ospedale S.Albert ha due camere operatorie, una disponibile 24 ore su 24 per le emergenze ostetriche, l’altra da allestire per interventi più complessi. La dottoressa Piccoli e la dottoressa Conigliaro con le loro equipes hanno programmato una collaborazione umana e professionale con i sanitari locali, che duri nel tempo, al fine di migliorare l’assistenza medica e chirurgica, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie di cui intendono avvalersi nelle prossime missioni al S.Albert. Ringraziamo tutti loro con infinita riconoscenza.
Esprimiamo affetto e gratitudine alla famiglia che ha deciso di finanziare la realizzazione di un pozzo, che possa soddisfare il fabbisogno idrico di 900 abitanti dei villaggi del distretto di Centenary, al fine di alleviare le difficoltà delle donne che ogni giorno dovevano percorrere chilometri per procurarsi minime quantità di acqua potabile. I lavori sono iniziati da pochi giorni. Un affettuoso pensiero di gratitudine ai cari amici che si sono recati sul posto per supportarci nella realizzazione dei progetti.
Grazie al gruppo Soroptimist di Modena che ha contribuito con tanta generosità alla ristrutturazione della casa per le donne gravide ad alto rischio. Riconosciamo in questo gesto la loro tenera attenzione e il loro rispetto per le mamme Zimbabwane che considerano la nascita di un bambino come il dono più bello e gioioso. Grazie gentilissime signore che avete preso a cuore la dignità e il diritto delle mamme .
Un pensiero di sincera gratitudine va al responsabile del centro missionario della Diocesi di Modena Francesco Panigadi che ha aiutato nel percorso i giovani che sono stati a St.Albert per un’ esperienza missionaria. Dal primo momento si sono sentiti in sintonia con persone che vedevano per la prima volta, li hanno sentiti come fratelli e, anche se per pochi giorni, si sono sentiti a casa. Noi siamo grati a questi giovani, non solo per il loro rispetto, affetto e desiderio di conoscenza degli abitanti del posto, ma anche per la condivisione gioiosa della loro esperienza con la parrocchia che li ha inviati. Siamo grati anche al professor Giovanni Guaraldi che ha consigliato ai suoi studenti e futuri colleghi di fare un’esperienza in Zimbabwe per conoscere la realtà sanitaria della missione. Il giovane medico e gli studenti sono stati molto contenti di collaborare con i colleghi locali in un rapporto di rispetto e stima reciproci condividendo conoscenze umane e professionali.
Ringraziamo con tanto affetto l’associazione “Casa Aperta”, tutti i nostri cari amici di Modena e Ferrara che da tanti anni ci aiutano e ci sostengono e tutte le famiglie che con costante e generosità aiutano tanti ragazzi nel loro percorso scolastico per aiutarli a realizzare i loro sogni per un futuro migliore.
In questi giorni negli ospedali Sant’Albert In Zimbabwe e Amala Matha in India fervono i preparativi per il Natale per condividere la gioia della venuta di Gesù con i pazienti appartenenti anche a religioni diverse. Il personale facendosi vicino al fratello bisognoso annuncia questa grande gioia consapevole che, come dice San Paolo” c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Dio avrebbe potuto venire vestito di gloria, di splendore, di luce, di potenza, a farci paura, a farci sbarrare gli occhi della meraviglia. No, no! E’ venuto come è il più piccolo degli esseri, il più fragile, il più debole. Perché questo? Ma perché nessuno avesse vergogna ad avvicinarlo, perché nessuno avesse timore, perché tutti lo potessero avere vicino, andargli vicino, non avere nessuna distanza fra noi e Lui.( San Paolo VI ).
“ L’ umiltà è comprendere che non dobbiamo vergognarci della nostra fragilità. Gesù ci insegna a guardare la nostra miseria con lo stesso amore e tenerezza con cui si guarda un bambino piccolo e fragile bisognoso di tutto “ (Papa Francesco).
Una giovane dottoressa volontaria di Modena ha scritto in una sua testimonianza parlando dell’esperienza in Zimbabwe “La domenica è il giorno più bello, la S. messa è emozionante, una vera festa, tutti con il proprio vestito migliore, un tripudio di voci e colori per un Gesù probabilmente molto felice di essere proprio lì con loro, omaggiato con così tanta semplice gioia”.
Come dice Papa Francesco dobbiamo “ lasciarci evangelizzare dall’ umiltà del Natale, del presepe, della povertà ed essenzialità in cui il Figlio di Dio è entrato nel mondo”..
Con tanto affetto e gratitudine,
Sara e la sua comunità